Ho cercato per molto tempo questo spettacolo delle nostre zone umide, immaginandomi appostamenti, osservazioni, studio delle abitudini del soggetto.

Un giorno per caso entro nel capanno di una zona umida vicino a casa… vedo una femmina posata a pochi metri dalla feritoia.

E’ stupenda. La luce è perfetta, io però non ho l’attrezzatura fotografica, passavo di lì dopo una commissione ed ho preso l’occasione per fare una breve fermata.

Per qualche ragione da quel giorno in poi lo incontrerò tantissime volte in molti posti differenti.

Incomincio con il capirne le abitudini, i posatoi preferiti. Non è un lavoro difficile perché ha già la sua zona di caccia. Ben presto entrando nel capanno devo attendere solo il suo arrivo.

Ho cominciato poi a seguire altre zone, con più frequenza, per cercare inquadrature e situazioni diverse, il tutto per poter avere più immagini contestualizzate di quello che ormai era diventato per me un appuntamento fisso ogni volta che uscivo a fare foto.

Tante sono state anche le uscite a vuoto, dove per qualche ragione il passaggio è stato saltato. E tante sono state le volte che mi ha emozionato, regalato immagini, minuti ad osservarlo cacciare, attendendo il suo tuffo, via verso la preda.

Arriva come un fantasma dal nulla, annunciandosi con il suo inconfondibile fischio, posandosi indifferente, all’improvviso.

E’ un tripudio di colori, un piumaggio sgargiante che lo rende tra i più bei soggetti da incontrare nelle nostre zone umide. Il fascino di questo professionista della pesca che si è, a ragione, meritato il titolo nel nome: martin pescatore.